“C’è ancora domani”, il film di Paola Cortellesi che può concorrere agli Oscar: i motivi per cui dovresti recuperarlo se non ancora l’hai visto

“C’è ancora domani” potrebbe rappresentare l’Italia ai prossimi Oscar: se non l’hai ancora visto, recuperalo subito.

Il film di Paola Cortellesi “C’è ancora domani” è stato incluso nella lista dei 323 lungometraggi che potrebbero essere nominati in diverse categorie (Miglior sceneggiatura, Miglior regia e Miglior attrice protagonista) ma non come Miglior Film, agli Oscar 2025.

Paola Cortellesi
“C’è ancora domani”, il film di Paola Cortellesi che può concorrere agli Oscar: i motivi per cui dovresti recuperarlo se non ancora l’hai visto (Instagram @paolacortellesireal) – soft32.it

Il 17 gennaio verranno annunciati effettivamente i titoli che gareggeranno all’Oscar durante la cerimonia del 2 marzo e c’è chi spera che fra questi figuri anche “There is still tomorrow”, titolo americano di “C’è ancora domani”. L’anno scorso infatti il film ottenne tanti riconoscimenti e apprezzamenti da parte del pubblico e della critica.

È uscito nelle sale italiane il 26 ottobre 2023 ed è stato il più visto dell’anno e con la sua storia di violenza di genere raccontata in modo drammatico ma a volte anche leggero, ha convinto davvero tutti.

Perché dovresti recuperare “C’è ancora domani” se non l’hai ancora visto

Oltre al fatto che “C’è ancora domani” può vincere l’Oscar, ci sono diversi altri motivi per cui dovresti guardarlo, se non l’hai ancora fatto. Si tratta infatti di una storia popolare in cui le protagoniste potrebbero essere le nostre nonne che nel Dopoguerra subivano discriminazioni di genere senza neanche sapere che cosa fossero

Famiglia film "C'è ancora domani"
Perché dovresti recuperare “C’è ancora domani” se non l’hai ancora visto (Instagram @paolacortellesireal) – soft32.it

Ci sono temi come la povertà, il patriarcato ma anche la voglia di riscatto e l’ottimismo per ciò che attendeva tutti nel Dopoguerra. Però la storia ruota intorno ad un argomento davvero molto attuale la violenza sulla donna. In un Paese come il nostro in cui purtroppo i femminicidi sono sempre più frequenti, parlarne e denunciarlo in varie forme non è mai abbastanza.

La storia è infatti quella di una donna, Delia, sposata con un uomo che la maltratta, ma che nonostante questo lavora e tira avanti la famiglia composta da tre figli. La figlia maggiore sembra destinata ad un matrimonio più ricco e dunque un futuro migliore ma proprio sua madre riuscirà con un po’ di ribellione a cambiare la sua vita.

Delia rappresenta la resilienza, una donna che combatte nonostante le violenze che subisce dal marito. Non è una vittima e nemmeno un’eroina femminista, anche perché solo allora, nel 1946, le donne cominciavano a votare. Delia è inconsapevole (come lo erano tante altre donne ai suoi tempi) della sua situazione di subordinazione.

Il pubblico è subito dalla sua parte, tifa per lei anche quando subisce violenza come uno schiaffo da parte dal marito invece che il buongiorno. La scelta del cast è stata un’altra carta vincente di questo film così come la sua regia, ovviamente. È una storia che fa riflettere e pensare e che in un altro modo urla stop alla violenza di genere, per questo tutti dovrebbero guardarlo anche ora, a distanza di più di un anno dall’uscita nelle sale.

Gestione cookie